Birra IGA (Italian Grape Ale): L’elegante incontro tra due mondi!

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Birra IGA
Birra IGA

L’Italia è da sempre l’icona del buono e del genuino. Appellativi derivati dalla bontà qualitativamente eccelsa di prodotti che lo Stivale ha sempre evidenziato. Basti pensare alla variegata gastronomia, caratterizzata delle tante culture che contraddistinguono il Bel Paese e dalla tipicità dei frutti della terra, oppure al pregio dei vini, simbolo di una tradizione secolare invidiata e spesso imitata in tutto il mondo. Ciò nonostante il tocco italiano e la fantasia, figlia di un popolo unico, non si sono mai placate arrivando anche alla birra, una bevanda non proprio made in Italy! Ebbene, dal fiero ingegno tricolore nasce la birra IGA, una bevanda che ha unito due mondi, quello del vino e quello della birra, apparentemente opposti.

Indice

  1. La Birra IGA (Italian Grape Ale)
  2. Profilo organolettico
  3. Accostamenti gastronomici con la birra IGA

La Birra IGA (Italian Grape Ale)

La birra IGA nacque nel 2006 dall’ingegno del mastro birraio sardo Nicola Perra. Tuttavia solo nel 2015 il B.J.C.P. (Beer Judge Certification Program) le conferì il titolo di primo stile birraio Made in Italy. Uno stile unico, che possiede la geniale intuizione di creare un equilibrato connubio tra il mosto d’uva e il mosto di malto, segnando di fatto l’incontro della tradizione enologica italiana con quella birraia.

La particolare struttura di questo stile ad alta fermentazione, permette al birraio di “giocare” con gli ingredienti! Non ci sono regole che impongono l’utilizzo di malti o luppoli prestabiliti. Di conseguenza è possibile disegnare livelli gustativi, d’amaro e d’aroma, che differiscono da ricetta a ricetta.

Inoltre l’inconsueto legame con l’uva (frutto, mosto, vinaccia o mosto fermentato), permette una diversificazione del lievito da impiegare in ricetta. La fermentazione, infatti, può avvenire a opera del classico lievito (Saccharomyces) oppure attraverso i microrganismi presenti naturalmente sulle bucce dell’uva, favorendo di conseguenza una fermentazione spontanea.

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Profilo organolettico

Le proposte dello stile IGA sono catalogate nella sezione birre alla frutta del BJCP. Queste non avendo ingredienti specifici, variano in base alle materie prime utilizzate. Per cui, ogni birra è a se! Ne consegue, dunque, un risultato che si diversifica nel colore, nell’aroma e nel sapore, anche se lo stesso BJCP ha stabilito alcuni standard.

Aspetto

Il colore delle birre IGA può assumere diverse tonalità che variano dal dorato al marrone scuro. La tendenza ad avere un colore rosso o rubino è dovuto all’uso di uva rossa. La schiuma, che in genere ha poca ritenzione, assume una colorazione che varia tra il bianco e il rossastro. Di solito sono birre limpide, ma questo fattore può essere influenzato dall’uva.

Aroma

L'uva

L’aroma deve richiamare i sentori dell’uva, che non devono imporsi sugli altri profumi. Il carattere vinoso dev’essere piacevole e non si devono percepire sentori ossidativi.

I richiami al malto sono leggeri, mentre le note del luppolo possono avere un’intensità che varia da medio-bassa ad assente. Alcune proposte, inolte, possono avere un sentore terroso o lattico, che comunque rimane moderatamente basso.

La particolarità lattica non deve ricondurre al carattere lambic o lambic fruit. Non presenta diacetile!

Gusto

Il gusto della birra in stile IGA può avere diverse interpretazioni. Come per l’aroma, il carattere vinoso dev’essere presente con un’intensità che può variare da sottile a media.

In base al tipo d’uva si possono avere diverse combinazioni aromatiche. In genere con l’uso di uva bianca, le note aromatiche richiamano frutti tropicali (pesca, albicocca e ananas). Utilizzando uva rossa, invece, si ottengono aromi di ciliegia e fragola. Inoltre il sentore fruttato potrebbe provenire anche dalla fermentazione.

Malti Speciali

Nelle ricette di queste birre possono essere utilizzati diversi malti speciali. Questi tuttavia devono fornire solo un supporto equilibrato, senza occultare il particolare carattere della birra. Non sono previsti richiami al cioccolato o al tostato.

In genere è possibile avvertire note acide, che aiutano la bevuta. Ma il carattere acido non dev’essere marcato come nelle versioni lambic.

Per quanto riguarda i sapori (terroso, legnoso o lattico) provenienti dall’invecchiamento in botte, non devono essere predominanti. Il sapore e l’amarezza del luppolo sono tendenzialmente bassi.

La carbonatazione medio-alta migliora la percezione dell’aroma. La corposità medio-bassa insieme all’acidità possono contribuire alla percezione di secchezza nella bevuta. Gli esempi con una gradazione alcolica maggiore possono dare una sensazione di calore avvolgente.

Di solito si utilizzano percentuali che variano tra il 60-70% di malti e il 30-40% di fermentabile derivante dall’uva.

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Accostamenti gastronomici con la birra IGA

Accostamenti

Ancora una volta, la qualità italiana fa sfoggio delle sue eccellenze! Attraverso l’italianità della birra, sono posate le fondamenta che reggono il ponte tra due mondi apparentemente contrastanti.

L’ingegno, la maestria e la perseveranza nell’unire il mosto d’uva a quello di malto, hanno dato vita ad uno stile tutto Made in Italy. Il risultato ostenta una birra che con orgoglio dona lustro all’Italia, regalandole un posto tra le pagine del libro brassicolo mondiale.

Tuttavia, nonostante l’enorme particolarità che contraddistingue queste proposte brassicole, le birre IGA presentano un carattere fruttato e leggermente acido. Un carattere che ben si sposa con formaggi oppure con salumi. Inoltre offrono un buon supporto a seconde portate di carne arrostita e pesce.

Buona birra a tutti.

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