Il viaggio brassicolo, tra i paesi culturalmente legati alla birra, continua attraverso luoghi dove questa bevanda ha rivestito un ruolo marginale. Infatti la tradizione di queste zone si è fondata principalmente sul vino, con esempi d’eccellenza riconosciuti in tutto il mondo. Ma nonostante la grande cultura vinicola, l’import della birra proveniente dalle nazioni vicine ha conquistato grande approvazione. Dall’Inghilterra al Belgio, fino alla Germania la manifattura birraia andò oltre confine, e con essa anche le tecniche e le novità. L’alta fermentazione fu una grande innovazione, che in poco tempo rivoluzionò il modus operandi della birra medievale. I paesi vinicoli non furono risparmiati dal crescente fervore innovativo, che caratterizzò la nascita di particolari Ale. Per la rubrica sugli stili Ale, si parlerà di birre che coinvolgono due paesi dalla cultura non proprio birraia: Italia VS Francia chi la spunterà?
Indice
Italia VS Francia: La birra Ale francese
Nonostante la Francia si la terra dei grandi vini e i francesi non vantino un particolare feeling con la birra, la tradizione birraia costruisce le sue origini fin dai tempi dei celti e dei drudi. Oggi il territorio francese è diventato la culla di particolari stili, che portano alto il nome della Gallia. Nella regione dell’Alta Francia sono prodotte le Bière de Garde e altre specialità con tendenza belga. Nella Bretagna è tangibile l’influenza inglese, mentre in Alsazia (Baviera Francese) sono particolarmente sentite le birre Lager.
Bière de Garde
Originaria delle birrerie-fattorie del nord della Francia, questa “birra da invecchiamento”, dalla piacevole dolcezza maltata, si produceva a inizio primavera e si beveva in estate. Si presenta con un colore che può variare dal biondo dorato al rossastro al marrone castano.
Solitamente è una birra limpida, ma essendo spesso non filtrata potrebbe presentare una certa torbidità. Ha una schiuma generalmente bianca (variabile in base al colore della birra) dalla media persistenza.
Il sapore rispecchia il malto, con sentori tostati, biscottati e caramello. Le note alcoliche rimangono moderate, mentre l’amaro medio-basso del luppolo tende a fornire supporto alla struttura maltata. Le versioni più scure hanno una dolcezza iniziale maggiore rispetto alle proposte più chiare, ma tutte dovrebbero avere al palato un tono di malto che dura sul finale.
E’ uno stile che non presenta accenni speziati, pepati o erbosi, nonostante le versioni più chiare abbiano note luppolate maggiori (toni speziati che potrebbero arrivare anche dal lievito). Il retrogusto è maltato con un po’ di secchezza e una leggera percezione di alcol. L’aroma presenta un tono dolce e maltato, con ricche note tostate. Gli esteri rimangono moderati, mentre il profumo di luppolo (speziato, pepato, erboso) ha poco spazio.
Nonostante le versioni più chiare abbiano un sentore di malto, mancano profumi più ricchi e complessi. Inoltre si percepisce un tono leggermente più pronunciato di luppolo. Le versioni più alcoliche potrebbero avere una nota alcolica leggera e speziata. Il corpo mediamente leggero possiede un carattere liscio e setoso, mentre la carbonatazione è moderatamente alta. Il grado alcolico è compreso tra 6,0-8,5 %vol.
Italia VS Francia: La birra Ale italiana
La tradizione birraia del Belpaese non possiede origini particolarmente radicate. Ma nonostante la devozione al vino, l’influenza dei paesi mitteleuropei ha permesso alla scuola brassicola italiana di seguire numerosi pensieri birrai. Oggigiorno la birra è stata notevolmente rivalutata! Questo ha permesso di dare una forte spinta alla cultura brassicola, unendo la tradizione italiana al mondo della birra. Infatti lo Stivale ha contribuito alla nascita di pregiate Fruit Ales, oltre allo sviluppo di due tipologie autoctone: la Chestnut Ale (birra alle castagne) e la IGA.
IGA (Italian Grape Ale)
Prodotta da diversi birrifici artigianali italiani, rappresenta il ponte tra il mondo birraio e quello vinicolo. Si presenta con un colore che può variare dall’oro al marrone scuro. Il colore rosso/rubino è solitamente dovuto all’uso di uva rossa. La schiuma, con toni che vanno dal bianco al rossastro, possiede generalmente poca ritenzione.
Il sapore ha molte interpretazioni. Come per l’aroma, deve presentare il carattere dell’uva, che può variare d’intensità. La varietà dell’uva contribuisce in modo diverso al profilo aromatico. Generalmente l’uva bianca porta sapori di frutti tropicali (pesca, albicocca, ananas), mentre l’uva rossa regala toni di frutta rossa (ciliegia, fragola).
Inoltre possono essere presenti altri sentori fruttati, derivanti dalla fermentazione. Solitamente non ha un’indicazione precisa sull’uso dei malti, ma dovrebbero comunque avere sapori equilibrati.
Considerando la diversificazione del processo fermentativo (indotto o spontaneo), leggere note acidule possono essere presenti e aiutare la bevuta. Il sapore inoltre potrebbe essere arricchito dall’invecchiamento in botti (legnoso, terroso, lattico), ma questi toni non devono essere predominanti. L’amaro del luppolo è generalmente basso.
L’aroma rispecchia i profumi dell’uva ma dev’essere equilibrato, senza sopraffare gli altri sentori. Il carattere dell’uva dovrebbe essere gradevole, mentre i profumi del malto rimangono contenuti. Il sentore luppolato può variare da medio-basso ad assente. Alcune proposte posso avere un carattere selvaggio variabile (terroso, lattico), ma non dev’essere pronunciato come nelle lambic.
Il corpo è mediamente basso e una certa acidità contribuisce alla percezione della secchezza. Inoltre la carbonatazione medio alta migliora i profumi dell’aroma. La gradazione alcolica è compresa tra 4,8-10 %vol.
Buona birra a tutti