Home Blog Pagina 31

Inizia la settimana della birra artigianale 2020

0

Continuano le iniziative italiane, che abbracciano e sostengono il mondo della cultura brassicola. Da lunedì 2 fino a domenica 8 marzo 2020 prenderà il via la Settimana della Birra Artigianale. Un evento nazionale, ideato e organizzato da Cronache di Birra, che celebra la qualità italiana e straniera della birra artigianale. In questi giorni di festa birraia, si troveranno diverse promozioni nei locali italiani che appoggeranno l’iniziativa. Inoltre si terranno eventi appositamente pensati, che coinvolgeranno chiunque voglia rendere omaggio alla birra fatta bene.

La settimana della birra artigianale 2020. Un brindisi lungo 7 giorni!

La cultura italiana, da sempre devota all’enologia, si affaccia con ardore alla tradizione birraia. Questo fenomeno scatenatosi ormai da qualche decennio, sta riscuotendo una crescente popolarità. Consenso che accoglie la birra e le usanze in essa radicate!

In tanti si sono avvicinati al mondo della birra artigianale. Apprezzando i sapori e le diversità insite nella cultura birraia, ricca di stili considerati irreali. Una conseguenza del grande entusiasmo dimostrato dalla nascita di siti web, negozi online e birrerie specializzate. Settori che hanno favorito la divulgazione brassicola, anche attraverso la reperibilità di birre italiane e straniere.

Da questo fervore nasce, la Settimana della Birra Artigianale, un evento che promuove il settore birraio su tutto il territorio. Grazie al carattere nazionale della manifestazione l’obiettivo è quello d’interessare nuovi potenziali consumatori e di fidelizzare coloro che sono già entrati in questo mondo. Inoltre si tende a promuovere la sembianza conviviale, che rimane uno degli aspetti maggiormente legati alla cultura brassicola.

Con questo spirito, tutti sono chiamati a partecipare all’evento! Intravedendo nella manifestazione un momento d’approfondimento birraio e di goliardica allegria, che caratterizza da sempre l’essenza italiana. Attraverso il sito e alla pagina facebook, si potranno conoscere gli eventi in tutte le città e le relative promozioni dedicate.

Buona birra a tutti.

Tutti gli stili Ale. Le birre inglesi

0

La storia del processo brassicolo ha radici molto profonde, che accomuna tante usanze e ricette davvero particolari. L’exploit evolutivo è avvenuto sopratutto nel periodo Medioevale, in cui la birra era considerata come alimento indispensabile. Durante questo periodo la maggior parte delle fermentazioni avveniva in modo spontaneo, in quanto non era stato ancora scoperto il lievito. Infatti l’alta fermentazione che ha interessato per molto tempo il pensiero birraio, si deve ad un’auto-selezione di alcuni processi fermentativi spontanei. La nascita dell’alta fermentazione ha segnato così, l’inizio di molti stili in tutto il mondo. Ogni paese si è contraddistinto delineando profili personalizzati, che sono diventati col tempo, segni distintivi delle varie scuole birraie. Per la rubrica sulle birre ale, si parlerà delle inglesi.

Le birre Ale inglesi

Il pensiero brassicolo inglese è stato tra i principali interpreti dell’alta fermentazione, interessando diverse tipologie di birra ale. Gli stili derivati dalla scuola anglosassone presentano principalmente una bassa carbonatazione, un gusto maltato e un profilo speziato. Tra le più famose birre ale inglesi bisogna ricordare:

Bitter

Bitter
Bitter

E’ la classica birra ale inglese, leggermente luppolata, poco intensa e dal finale particolarmente dolciastro con accenni fruttati. Si presenta con un colore che va dal dorato al ramato intenso. In genere ha una buona limpidezza e una schiuma leggera. Generalmente è più amara che dolce, ma comunque ben equilibrata. Presenta particolari sapori di caramello, leggermente fruttati. L’aroma restituisce moderate note luppolate, ma non sono rari i richiami al malto e al caramello. Il grado alcolico è principalmente compreso tra i 3,2-6 %vol. Presenta alcune varianti, come la Ordinary e la Best. La variante più alcolica e corposa è la Strong.

Pale Ale
Pale Ale

Pale Ale

Prodotta per tradizione con una grande percentuale di malti Pale e acqua dolce, ha un amaro bilanciato e particolarmente morbido. La Pale Ale inglese ha un carattere vagamente floreale e poco amaro. A volte rivela un lieve finale di butterscotch. Si presenta con un colore che va dal paglierino chiaro al dorato, con poca schiuma persistente. Il gusto risulta morbido e cremoso, con un vago amaro luppolato. I sapori dei lieviti influenzano particolarmente il carattere. L’aroma restituisce sentori di malto, con note luppolate principalmente floreali. La gradazione alcolica è compresa tra i 4-6 %vol.

Ipa (India Pale Ale)
Ipa (India Pale Ale)

Ipa (India Pale Ale)

Create per sopportare lunghi viaggi via mare, le Ipa presentano principalmente alti livelli di luppolo e alcol. Le Ipa inglesi hanno lievi aromi floreali e speziati. Anche se possono avere un amaro pronunciato, di solito è ben bilanciato dal contenuto alcolico. Presenta un colore che va dal paglierino chiaro al dorato intenso. Ha una buona limpidezza e una schiuma sottile e persistente. Il gusto risulta principalemente speziato, alcolico e amaro. Il finale è secco. L’aroma risulta particolarmente luppolato con note di malto e caramello. La gradazione alcolica è compresa tra 5-7,5 %vol.

Old Ale

Old Ale
Old Ale

Fa parte della famiglia delle Strong Ale. Scura e forte, dal sapore fruttato simile allo sherry per l’alta percentuale di destrosio. Questa particolare birra richiede una lunga maturazione per sviluppare appieno il suo complesso carattere. Si presenta con un colore che va dall’ambrato intenso al marrone scuro oppure al nero, con un cappello di schiuma fine e persistente. Il gusto morbido e corposo risulta composto da chiari richiami al malto e al caramello, ma anche da note fruttate che fanno da contorno al sapore alcolico. Il finale è particolarmente secco. L’aroma risulta avere una complessa struttura, composta da note maltate e sentori fruttati. Il processo d’invecchiamento elimina gran parte dell’aroma luppolato. La gradazione alcolica è compresa tra 6-9 %vol.

Mild

Mild
Mild

Una tipica birra inglese con bassa densità e gusto leggero. Purtroppo risulta una rarità che viene custodita in alcune zone dell’Inghilterra. In passato era popolare nelle Midlands inglesi, in quanto consumata dagli operai. Si presenta con un colore che va dal rame intenso al marrone scuro. Ha una schiuma leggera e poco durevole. Il gusto è leggero, con accenni luppolati. Ma possiede un buon sapore maltato e di caramello. L’aroma è scarsamente luppolato, con sentori di caramello e biscotto. Inoltre presenta delicati sentori tostati. La gradazione alcolica è principalmente compresa tra 2,8-4,5 %vol. Nella versione più alcolica e corposa, prende la denominazione di Brown Ale.

Brown Ale
Brown Ale

Brown Ale

Si tratta di un classico stile inglese ormai piuttosto raro, prodotto sopratutto nel nord dell’Inghilterra. Queste birre ale inglesi sono forti e maltate, con un particolare sapore di noci. Quelle prodotte nel sud inglese, sono più scure, più dolci e meno alcoliche. Si presenta con un colore che va dall’ambrato scuro al marrone rossiccio, con una schiuma piuttosto bianca. Il gusto richiama sentori di noce, caramello e biscotto. Il lieve amaro bilancia la dolcezza. L’aroma è leggermente luppolato con accenni di malto e caramello. La gradazione alcolica è compresa tra 4,2-5,4 %vol.

Porter

Porter
Porter

Anticamente era la birra dei facchini, da cui prese il nome. Discende dalla miscelazione con le Brown Ale. Fu solo nel 1722 che nacque il vero stile Porter, caratterizzato dall’utilizzo di malti tostati che donano un sapore torrefatto di caffè. Si presenta con una colorazione tendente al marrone scuro o al nero, con una schiuma particolarmente densa color nocciola. Il gusto presenta accenni tostati, con intensi richiami al malto. Può presentare leggeri sentori di liquirizia. L’aroma ha chiare note tostate, con un leggero carattere di cioccolato, malto e una percettibile affumicatura. La gradazione alcolica è compresa tra i 4-7 %vol.

Stout

Stout
Stout

Molto simile alla Porter, la Stout in passato era detta “Stout Porter”. Quest’ultima risultava principalmente più forte, corposa e scura della Porter. Presenta una colorazione che va dal marrone molto scuro al nero inchiostro. Spesso è servita con azoto per dare una schiuma densa, cremosa e scura, senza carbonatazione. Il gusto risulta avere pungenti sentori tostati e bruciati. In bocca da una sensazione liscia e cremosa, con un amaro quasi assente. L’aroma è un chiaro richiamo al caffè tostato. Può presentare sentori di cioccolato, che non lasciano molto spazio al luppolo. La gradazione alcolica è compresa tra 4-7 %vol.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

English Barleywine

English Barleywine
English Barleywine

Uno stile così chiamato per l’alta gradazione alcolica e il gusto complesso, spesso riconducibile al vino. Queste birre ale inglesi risultano particolarmente intense, con sapori strutturati di caramello e frutta. Lievemente amare, con un luppolo bilanciato all’alto grado alcolico. Si presenta con una colorazione che va dal dorato intenso all’ambrato scuro. Considerando l’alta gradazione alcolica, se viene agitata può lasciare striature sulle pareti del bicchiere. Il gusto richiama chiari sapori dolci e note complesse di malto. Non mancano sentori di caramello, frutta secca, noci e mou. L’aroma presenta lievi note di luppolo, con forti caratteri di malto e caramello. Le versioni più invecchiate ricordano particolarmente lo sherry. La gradazione alcolica è compresa tra gli 8-12 %vol.

Buona birra a tutti

Tutto è possibile! La nuova avventura del birrificio Crak

0

La notizia si apprende dal comunicato ufficiale sulla pagina Facebook: “Da oggi completamente indipendenti!”. E’ l’annuncio shock del celebre birrificio Crak di Campodarsego (PD), che arriva nel giorno della festa “Guerrilla Crak the Rules”.

Il Comunicato

Il comunicato inizia con un simpatico riferimento al nome del birrificio. “Abbiamo fatto CRAK ancora una volta. Da oggi 22.02.2020 siamo un Birrificio Artigianale Agricolo Completamente Indipendente!“. In questa coraggiosa scelta aziendale, il birrificio andrà ad eliminare i distributori fino ad ora utilizzati. Sarà il birrificio stesso, col nuovo shop on line, ad inviare le birre ai migliori locali in tutta Italia.

Infatti solo attraverso il controllo della filiera (dal produttore al consumatore), si riuscirà a garantire la massima qualità sui prodotti. Un passo importante dunque! Intento a creare una filiera agroalimentare corta, a favore di un mercato più equo e trasparente.

Il perché della scelta

Le ragioni di questo progetto hanno alla base l’aumento di qualità dei prodotti. Una nobile causa che “infrange le regole del mercato tradizionale“, orientato sempre più ad una filiera lunga, contorta e dittatoriale. I ragazzi del birrificio Crak affermano: “Siamo stanchi di trovare le nostre birre conservate malamente. In locali che lavorano senza passione e con scarsa professionalità”.

Il loro pensiero è chiaro! Solo intraprendendo una strada diversa, dalla filiera di mercato tradizionale, si avrà un rapporto diretto con i migliori locali. Questo garantirà una maggiore accortezza per il consumatore, diventato più esigente e attento a ciò che beve.

Ma cosa comporta il NO ai distributori?

La scelta potrebbe significare un’immediata perdita economica. Una conseguenza sensibile, che non spaventa il birrificio Crak! In particolare sottolineano: “Per riuscire a superare questo momento, per noi cruciale, chiediamo il supporto di tutti quei locali che credono in noi e nella nostra rivoluzione”. Un atto di fiducia quindi, ricambiato con uno sconto a vita del 5%. Lo sconto si applica ai locali che effettueranno un ordine di 1.000 € sullo shop on line entro il 31.03.2020.

Naturalmente nel discorso, s’intuisce il riconoscimento all’importante lavoro svolto dai distributori. Utili nel far conoscere il birrificio a livello nazionale! In particolare un generoso ringraziamento va a tutti i professionisti, che passione hanno avuto la dovuta accortezza nella distribuzione. Ma questo non basta! Per garantire i massimi livelli di qualità e rendere la birra economicamente accessibile a tutti, bisogna andare oltre.

Una rivoluzione completa dunque! Che avviene a 360 gradi senza risparmiarsi. Prevedendo cambiamenti sul restyling grafico e sulla rivisitazione delle ricette, che hanno accompagnato i primi 5 anni di Crak.

Una birra artigianale fino in fondo

Infine non mancano riferimenti alla grande industria. Settore a cui i ragazzi del birrificio Crak hanno risposto con un secco NO!
Infatti si puntualizza: “Siamo nati per sostenere la rivoluzione della birra artigianale contro le grandi multinazionali della birra. Questi tramite l’acquisizione di molti birrifici artigianali, continuano a lavorare per standardizzare il gusto dei consumatori”.

Considerazioni

In una filosofia dove “tutto è possibile”, il birrificio Crak si conferma a tutti gli effetti un’azienda agricola. Che all’insegna dell’artigianalità, produce la maggior parte delle materie prime che utilizza. Un birrificio doc dunque! Il quale difende a spada tratta il diritto d’autenticità nel divulgare un sano idealismo d’artigianalità.
Bravi! Mille anni di Crak. 😉

Buona birra a tutti

Cocktail con la birra? Si può fare!

0

A distanza di giorni il Beer&Food Attraction di Rimini fa ancora parlare di se. Le novità regalate dalla sesta edizione sono state diverse, come l’interessante connubio tra birra e mixology. Un traguardo impensabile fino a qualche anno fa! L’idea arriva dall’azienda bolognese Fabbri 1905, che si presenta così al pubblico, con dei nuovissimi cocktail a base di birra. In altre parole si tratta di una particolare fusione, che gioca col brio della birra e la leggerezza dell’aperitivo, proponendo drink insoliti e raffinati.

L’aperitivo veste nuovi colori

L’aperitivo è un momento goliardico, che di conseguenza riflette l’anima conviviale insita nella tradizione italiana. Fabbri in tutto ciò si conferma azienda leader nel settore che, per l’appuntamento riminese, presenta la sua rivisitazione tutta colorata! Nasce infatti il Fabbri Spritz, la reinterpretazione color arcobaleno del rinomato drink. Nell’edizione 2020 del Beer&Food Attraction Fabbri presenta 8 versioni del classico drink, con l’obiettivo di dare un tocco di colore e vivacità al rituale dell’aperitivo. Le proposte sono: Amarena Spritz, Dark Spritz, Due Soli Spritz, Hugo Rosa Spritz, Hugo Spritz, Skiwasser Spritz, Tropical Spritz e Violetta Spritz.

Da queste particolari rivisitazioni, la creatività di Fabbri si diverte successivamente nella realizzazione di nuovi drink. Le creazioni che tra stupore e curiosità guadagnano grande apprezzamento, abbinano sostanzialmente il gusto profondo della birra all’allegria dell’aperitivo. Il risultato è un cocktail con l’anima di birra, che differisce dall’antica concezione di aperitivo time.

Lo Sbritz: l’aperitivo differente!

I riflettori sono principalmente puntati sulla nuova concezione d’aperitivo, che coinvolge la birra. In particolare si tratta di cocktail a bassa gradazione che, grazie alla combinazione di particolari ingredienti genuini, esaltano lo spirito allegro e spensierato del bere. I tre Sbritz (Spritz alla birra) di conseguenza presentati sono: Hugo, Due Soli e Christmas.

Oltre a questi aperitivi, l’altra novità che ha generato grande fervore è il Really?!?. Un particolare drink che possiede inoltre crema di ricotta salata. L’inconsueta ispirazione si ricollega in particolare, a tipiche usanze medievali in cui formaggio e uova erano aggiunte normali alla birra.

Le ricette dei Cocktail alla Birra e degli Sbritz

Americano Effebi

  • 50 ml di Marendry Fabbri;
  • 30 ml di Beermouth Baladin;
  • 40 ml di birra Keller non filtrata;
  • Bicchiere: tumbler basso con aggiunta di ghiaccio;
  • Guarnire con: amarena Fabbri.

Really?!?

  • 30 ml di polpa di mango Mixyfruit Fabbri;
  • 220 ml di birra Pils;
  • 50 ml di crema di ricotta salata Fabbri;
  • Bicchiere: tumbler alto.

Sbritz Hugo

  • 20 ml di sciroppo di fiori di sambuco Mixybar Fabbri;
  • 150 ml di birra Pils;
  • 30 ml di soda water (opzionale);
  • Bicchiere: wine glass con ghiaccio;
  • Guarnire con: fetta di mela rossa e germoglio di menta.

Sbritz dei Due Soli

  • 10 ml di sciroppo di bergamotto Mixybr Fabbri;
  • 10 ml di sciroppo di mandarino MixYbar Fabbri;
  • 150 ml di birra Blanche;
  • 30 ml di soda water (opzionale);
  • Bicchiere: wine glass con ghiaccio;
  • Guarnire con: arancia disidratata.

Christmas Sbritz

  • 30 ml di Marendry Fabbri;
  • 10 ml di sciroppo d’amarena Mixybar Fabbri;
  • 10 ml di sciroppo Chai Mixybar Fabbri;
  • 150 ml di birra Pils;
  • Bicchiere: wine glass con ghiaccio;
  • Guarnire con: amarena Fabbri e stecca di cannella.

Buona birra a tutti

Dal pane alla birra. Nasce Biova, l’idea contro lo spreco

0

Lo spreco alimentare non è mai stato visto di buon occhio. Oltre all’immenso dispiacere nel buttare via il cibo, considerando che al mondo esiste gente meno fortunata, bisogna fare i conti anche con l’impatto ambientale. Ma sostanzialmente è una questione di forma mentis, rivolta sempre più a continui sprechi. Lo sa bene il team Biova, che nello spreco ha intravisto una grande opportunità di reimpiego del pane inutilizzato, realizzando della buona birra.

Dal pane alla birra

birra biova

L’utilizzo degli avanzi di pane negli ingredienti della birra, era un’usanza tipica dell’antico Egitto. Col tempo questa tecnica è stata dismessa per dare spazio al malto, a cui tutti i birrifici si sono uniformati. Ma in un branco di pesci, ci sta sempre qualcuno che nuota controcorrente!

Nel 2018 nasce a Torino, Biova un progetto che rispolverando un’antica usanza birraia, dice no allo spreco! Attraverso il recupero di pane invenduto proveniente da panetterie, supermercati e punti di ristorazione, il team Biova ricava buona parte del fermentabile necessario alla produzione di birra. Si tratta di circa il 25% di malto risparmiato, in quanto gli zuccheri necessari alla fermentazione arrivano dal pane. Come afferma Franco Dipietro, CEO di Biova: “In una cotta di Biova (circa 2.500 litri) ci sono oltre 100 kg di pane che invece di diventare scarto, tornano ad essere qualcosa di meraviglioso!”.

Come nasce Biova Beer

Biova Beer

La Biova Beer è un derivato dell’economia circolare. Nasce con lo scopo di contrastare lo spreco alimentare, coinvolgendo il pane che è una delle materie più soggette allo scialo. La scelta del nome non è un caso. In esso è racchiusa l’essenza del pane, che rimane uno dei simboli culturali e patrimoniali del mondo. La “Biova” è una tipologia di pane eccellente, le cui origini sono radicate nella tradizione culinaria piemontese.

Ma come si arriva dal pane alla birra?

Le mani dietro ad ogni bottiglia di Biova Beer appartengono a due mastri birrai di Cuneo, in arte gli Antagonisti Gipsy Brewers. Questi ragazzi non posseggono un vero e proprio birrificio, ma si servono di altri impianti per dare vita alle proprie ricette.

Biova Beer

La cotta della birra inizia giorni prima, in cui i giovani birrai recuperano tutto il pane rimasto invenduto dai vari panifici. Dopo la raccolta del pane, si arriva al birrificio partner (solitamente vicino alla zona di raccolata).

Nel birrificio s’inizia con la prima fase di lavorazione che consiste nella macina. Attraverso la macina del pane si andrà ad introdurre un minore quantitativo di malto, in quanto gli zuccheri necessari alla fermentazione saranno forniti dal panificato. Trascorso un mese, in cui sarà avvenuta la fase di fermentazione ad opera del lievito, la birra passa dal fermentatore alle bottiglie oppure ai fusti.

Da questo straordinario processo di recupero e trasformazione, tra le valli piemontesi nasce la birra di pane! Ma non bisogna pensare alla Biova Beer come uno standard monotematico. La particolarità dell’ingrediente che la rende così speciale, regala la possibilità di variare il gusto in relazione al tipo di pane.

Considerazioni

Un bellissimo esempio di economia circolare, che ha dimostrato il valore di uno scarto. La scommessa di ridare vita ad un prodotto apparentemente inutilizzabile è stata sicuramente vinta. L’idea in poco tempo si è fatta conoscere, riscuotendo notevole interesse anche dai grandi colossi dell’alimentare, che hanno visto nel Biova project un’opportunità di sviluppo sostenibile.

Buona birra a tutti

Il Reinheitsgebot. La garanzia sulla purezza della birra

0

La birra è una bevanda antichissima. La storia dell’alcolico più famoso di sempre è insita nelle origini della civiltà. Tra mistero e tradizione essa è stata sempre importante per l’uomo, in quanto fonte preziosa di sostentamento. Ma la birra che si beve tranquillamente oggi, è solo una piccola cellula di ciò che era in passato. Il merito va al Reinheitsgebot, l’editto sulla purezza che ha dato una svolta alla birra e agli ingredienti in essa contenuti. Ma è tutto vero quello che si pensa dell’editto sulla purezza della birra?

Indice

  1. Il Reinheitsgebot. L’editto sulla purezza della birra
  2. I principi: sicurezza e salute
  3. La purezza: un esempio per tutti!
  4. Il retroscena del Reinheitsgebot
  5. Considerazioni

Il Reinheitsgebot. L’editto sulla purezza della birra

Il Reinheitsgebot ha cambiato per sempre il volto della birra. La sua applicazione risale al 1516, confermandosi la più antica legge sulla protezione dei consumatori. Prima della sua attuazione, gli ingredienti della birra non avevano una vera e propria logica.

Ingredienti birra medievale
Ingredienti birra medievale

Tra henbane, spina mela, trucioli di legno, pece, fuliggine e la mortale belladonna, gli ingredienti della birra erano pericolosamente tanti. Non era importante il contenuto di ciò che si beveva, purché il sapore e l’effetto inebriante fosse indiscutibile.

Purtroppo l’antica composizione della birra non era per niente rassicurante. Nella migliore delle ipotesi portava malessere, in altre circostanze poteva essere addirittura mortale. Tutto ciò era intollerabile! La birra era fonte di nutrimento, e come tale doveva essere sicura e tutelata.

Guglielmo IV
Guglielmo IV 

I principi: sicurezza e salute

La sicurezza al consumatore di birra venne data dal Reinheitsgebot. Era un editto sulla purezza emanato, il 23 aprile 1516 nella città di Ingolstadt. Il firmatario della legge fu il duca bavarese Guglielmo IV insieme al fratello Ludovico X. I principi di questo emendamento, basati su sicurezza e salute, furono racchiusi in tre obiettivi primari:

  • Garanzia dei prezzi. Una tutela che andava contro i costi esagerati della birra. Il prezzo era fissato a 1-2 Pfennig (vecchia moneta tedesca) per Maß (unità di misura bavarese pari a 1,069 litri);
  • Divieto d’utilizzo del grano. Il grano serviva per fare il pane! Il controllo sulla materia prima evitava la concorrenza tra panificatori e birrai. Questo scongiurava l’aumento del prezzo del pane. L’astuta tutela riduceva il rischio di ribellioni e violenze ai danni delle autorità, salvaguardando di conseguenza il potere delle stesse;
5ff864a91a8c14448e7f8e0c
  • Divieto di utilizzare ingredienti aromatici all’infuori del luppolo. L’editto prevedeva come ingredienti per produrre birra solo: acqua, malto e luppolo. Il lievito non era stato ancora compreso tra gli ingredienti, perché sconosciuto. La maggior parte delle fermentazioni avveniva con lieviti raccolti da birre passate oppure da lieviti spontanei. Il divieto di usare ingredienti aromatici, oltre al luppolo, evitò la produzione di bevande tossiche e velenose.

Torna all’indice!

La purezza: un esempio per tutti!

La proclamazione di Guglielmo I a imperatore di Germania
La proclamazione di Guglielmo I a imperatore di Germania

La protezione dei cittadini da ingredienti pericolosi, era un tema antecedente al Reinheitsgebot. A tale proposito esistevano alcune leggi provinciali, attuate diversi secoli prima. Purtroppo l’osservanza di queste norme era circoscritta e di poca rilevanza. La svolta sulla produzione di birra si ebbe con la crescente influenza dei sovrani bavaresi. Questi dotati di grande autorità diedero maggiore notorietà all’editto sulla purezza.

Nel tempo, le birre prodotte secondo l’editto furono sinonimo di qualità. Questo portò le altre provincie ad uniformarsi alla legge. Col susseguirsi dei secoli, grazie anche alla riunificazione tedesca di Bismarck e Guglielmo I del 1871, la legge venne applicata a tutta la Germania e ufficializzata da un atto imperiale del 7 giungo 1907. Questo portò alla massiccia espansione del pensiero bavarese e alla conseguente resa di altre usanze birraie.

Il retroscena del Reinheitsgebot

Nonostante l’indiscutibile efficacia della legge del 1516, dietro l’editto sulla purezza probabilmente risiede un particolare gioco di potere. Pensare al Reinheitsgebot come un emendamento protettivo nei confronti del bevitore di birra, è sicuramente corretto. Ma è anche vero che attraverso questa legge, si è radicato un sentimento di “perfezione” costruito intorno al modello tedesco.

birra versata nel bicchiere

Viene da pensare ad una specie di “protezionismo”. Il quale nel corso dei secoli si è fatto strada, eliminando ogni possibile contaminazione da tutto ciò che fosse estraneo al Reinheitsgebot. In tutto questo, la storia avvalora la tesi!

Basti pensare alla riunificazione tedesca del 1871. In questa circostanza, la Baviera pretese l’estensione del Reinheitsgebot in tutta la Germania. Nel 1906 l’editto sulla purezza diventò legge nazionale, e le tante birre speziate del Nord Germanico diventarono fuorilegge. Il modello tedesco diventò l’emblema di tutta la Germania.

Un altro indizio si manifesta con l’Unione Europea. Il Reinheitsgebot impediva l’ingresso in Germania a birre d’importazione, prodotte con criteri differenti. Attraverso una causa intentata da birrai francesi nel 1987, la Corte Europea dichiarò illegale l’editto sulla purezza.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Questo antico emendamento violava l’art. 30 del Trattato di Roma del 1957. Era inconcepibile pensare ad una limitazione sulla circolazione delle merci, all’interno della Comunità Europea. La Germania naturalmente ne uscì penalizzata. Essa dovette limitarsi a regolamentare solo le birre prodotte nel territorio tedesco, in cui vige ancora la convinzione “del prodotto migliore”.

Ad oggi le birre prodotte in Germania, sono definite dalle leggi europee “patrimonio culinario europeo” e indicate come IGP (Bremer, Kölsch e Monaco). Status non riconosciuto dall’Unesco, che vede nella birra tedesca solo un ottimo prodotto industriale.

Torna all’indice!

Considerazioni

Legge straordinaria, gioco politico o protezionismo? Sicuramente si deve tanto al Reinheitsgebot. Grazie ad esso la preziosa bevanda è diventata sicura. Ma i tempi e la birra sono cambiati! Purtroppo c’è da dire che dopo tanti anni, l’editto della purezza ha la stessa considerazione che aveva 5 secoli fa. Basti pensare ai festeggiamenti statali nel 2016 a Monaco per i 500 anni.

L’idea che continua ad avvalorare la teoria “del prodotto migliore Made in Germany“, non fa altro che incentivare il mistero sulle vere intenzioni del Reinheitsgebot. La linea tra protezionismo e legge per il consumatore è molto sottile!

La birra è una meraviglia ereditata dai secoli, che merita d’essere rispettata in ogni sua sfaccettatura! Non dovrebbe sminuirsi in futili pensieri basati su manovre di nazionalità o manifattura d’élite. E’ un sacrilegio “confinare” l’estro innato di un birraio, dove arte e fantasia s’incontrano in un boccale.

Buona birra a tutti.

Birra dell’Anno 2020. I vincitori!

0

Pochi giorni fa si è svolto a Rimini il Beer&Food Attraction. Una manifestazione di grande importanza nel settore birrario e gastronomico, che ha visto l’evolversi dell’attesissimo concorso organizzato da Unionebirrai. Finalmente sono stati resi noti risultati, che hanno premiato la Birra dell’Anno 2020 divisa per categorie.

Giunto ormai alla 15ª edizione, il concorso si conferma tra i più importati eventi birrai nazionali, che raccoglie un numero sempre crescente di birrifici artigianali. Per Birra dell’Anno 2020 i birrifici partecipanti sono stati 302, con 2.145 birre iscritte a concorso (8% in più rispetto al 2019).

Considerando i numeri e l’autorevolezza del’evento, che lo rendono tra i più importanti d’Europa, è stata nominata una giuria internazionale coordinata da Lorenzo Dabove (in arte Kuaska). I giudici scelti tra i personaggi più illustri del mondo brassicolo, sono stati 107.

La giuria dopo aver valutato le migliaia di proposte a concorso, ha stilato una lista di 126 birre, che hanno guadagnato il podio di Birra dell’Anno 2020 nelle 42 Categorie previste.

In aggiunta al concorso Birra dell’Anno 2020, il produttore (con almeno 3 birre in gara) che ha ottenuto il maggior numero di prime posizioni è stato eletto Birrificio dell’Anno 2020.

Ecco i vincitori di Birra dell’Anno 2020!

Cat. 1 – Birre chiare, a bassa fermentazione e basso grado alcolico. D’ispirazione tedesca e ceca (German e Bohemian Pilsiner).

  1. Birra Mastino – 1291
  2. Vetra – Vetra Pils
  3. The Wall – Pills

Menzione a Birrificio Legnone – Testa di Malto
Menzione ad Altotevere – A-T Pils

Cat. 2 – Birre chiare, a bassa fermentazione e basso grado alcolico. D’ispirazione europea (European Lager, Helles, Zwickl, Keller, Dortmunder Export).

  1. Birracruda – Helles
  2. Lzo – Cima
  3. Almond ’22 – Oro dei Poveri

Menzione a Opperbacco – Rusthell
Menzione a Elvo – Helles

Cat. 3 – Birre chiare e ambrate, a bassa fermentazione. Da basso ad alto grado alcolico, caratterizzate dall’evidente presenza di luppolo d’aroma e d’amaro. D’ispirazione americana (Hoppy Lager, Imperial Hoppy Lager).

  1. Birrificio La Piazza – American Jasper
  2. Birrificio Lariano – Bassa Marea
  3. Croce di Malto – German Wave

Menzione a Soralamà – Bitrex California
Menzione a Birrificio Artigianale Lievito e Nuvole – Hop2Space

Cat. 4 – Birre chiare e ambrate. Ad alta fermentazione e basso grado alcolico. D’ispirazione anglosassone (English Golden Ale, English Pale Ale).

  1. Barbaforte – San Lorenzo
  2. Fabbrica della Birra Perugia – Golden Jazz
  3. Birrificio Alveria – Blonde Ale

Menzione a Birra dell’Eremo – Nobile
Menzione a Foglie d’Erba – Haraban

Cat. 5 – Birre chiare e ambrate. A fermentazione ibrida e basso grado alcolico. D’ispirazione tedesca o americana (Kolsch, Alt, California Common, Cream Ale).

  1. Birra Elvo – Alterelvo
  2. Birrificio La Villana – Frisco
  3. Birrificio Altavia – Mukkaevia Vol.2

Menzione a Fabbrica della Birra Perugia – Don
Menzione a Mfb Manfattura Birre Bologna – Kappa

Cat. 6 – Birre ambrate e scure. A bassa fermentazione e basso grado alcolico. D’ispirazione tedesca (Vienna, Marzen, Monaco, Schwarz, Dark Lager).

  1. Les Bières du Grand St. Bernard – Balance
  2. Birrone – Scubi
  3. Couture – Vienna

Menzione a Birrificio 4 Mori – Pozzo 9
Menzione a Batzen – Dunkel

Cat. 7 – Birre chiare, ambrate e scure. A bassa fermentazione e alto grado alcolico. D’ispirazione tedesca (Bock, Doppelbock, Eisbock, Hellerbock, Maibock, Strong Lager).

  1. Birracruda – Bock
  2. Mukkeller – Wizzi
  3. Mastino – San Zen

Menzione a Batzen – Bock
Menzione a Oxiana – Hotbock

Cat. 8 – Birre ambrate, ad alta fermentazione. Basso e medio grado alcolico, d’ispirazione britannica (Mild, British Bitter, Extra Special Bitter, Irish Red Ale, British Brown Ale).

  1. Fabbrica della Birra Perugia – Cosmo Rosso
  2. Birrificio Petroniano – Magda
  3. Birrificio L’Orso Verde – Backdoor

Menzione a Birra del Bosco – Foxtail
Menzione a Ofelia – Nevermild

Cat. 9 – Birre chiare e ambrate. Ad alta fermentazione e basso/medio grado alcolico. Luppolate e d’ispirazione anglosassone (English Ipa).

  1. Beer In – Hop Hop
  2. Fabbrica della Birra Perugia – Suburbia
  3. Il Mastio – Mabon

Menzione a B Four Beer – Devil
Menzione a Birra Bellazzi – Soccia Vez

Cat. 10 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta fermentazione e basso grado alcolico. Luppolate e d’ispirazione angloamericana (Session Apa, Session Aipa, Session Ipa).

  1. Hammer – Mini
  2. Altotevere – Mercy
  3. Crak – Mundaka

Menzione a Ritual Lab – Nerd Choice
Menzione a Argo – Turtle Bay

Cat. 11 – Birre chiare e ambrate. Ad alta fermentazione e basso grado alcolico. Luppolate e d’ispirazione americana (American Pale Ale).

  1. Ritual Lab – Head Space
  2. Birrificio Porta Bruciata – La Pallata
  3. Birrificio Dell’Etna – Ulysses

Cat. 12 – Birre chiare e ambrate. Ad alta fermentazione e medio grado alcolico. Luppolate e d’ispirazione americana (American Ipa).

  1. Birrificio Lariano – American Hype
  2. Birrificio Argo – Hoppy Wan Kenobi
  3. Crak – American Ipa Mosaic Tap Crak

Menzione ad Altotevere – Freezo
Menzione a The Wall – Firewitch

Cat. 13 – Birre chiare e ambrate. Ad alta fermentazione e alto grado alcolico. Luppolate e d’ispirazione angloamericana (Double Ipa, Imperial Ipa).

  1. Mc77 – Breaking Hops
  2. Pintalpina – Sbrega
  3. Birrificio Amerino – Masika

Menzione a Birrificio Lariano – Clube
Menzione a Ritual Lab – Too Nerdy

Cat. 14 – Birre chiare, ad alta fermentazione. Basso e medio grado alcolico, con l’uso di frumento ed altri cereali. Luppolate e d’ispirazione angloamericana (White Ipa, American Wheat).

  1. Birra Gaia – Grulla
  2. Porta Bruciata – Shantung
  3. Muttnik – Albina

Menzione a Birrificio Epica – Kore

Cat. 15 – Birre ambrate e scure, ad alta fermentazione. Da basso ad alto grado alcolico e luppolate. D’ispirazione angloamericana (Red Ipa, Brown Ipa, Black Ipa).

  1. Eastside – Sera Nera
  2. Vecchia Orsa – Rye Charles
  3. Rurale – Red Zeppelin

Cat. 16 – Birre chiare, ambrate e scure, ad alta fermentazione. Da basso ad alto grado alcolico e luppolate. D’ispirazione angloamericana (Speciality Ipa, Rye Ipa, Belgian Ipa, Aipa e Apa fermentate a bassa).

  1. Lambrate – Robb De Matt;
  2. Birra Bellazzi – Red Hot Hops Chili Peppers
  3. Brewfist – Space Frontier

Menzione a Brewfist – Caterpillar
Menzione a Birranova – Rye Action

Cat. 17 – Birre chiare e ambrate. Ad alta fermentazione e massicciamente luppolate in aroma. D’ispirazione statunitense (New England Ipa).

  1. Crak – Giant Double Step
  2. Crak – Pianura Padana
  3. Crak – Plain of The Po

Cat. 18 – Birre strong ale, d’ispirazione angloamericana (English Strong Ale, American Strong Ale, Scottish Ale Export, Heavy Scottish Ale).

  1. Birrificio Artigianale Alba – Dogma
  2. Okorei – Tramalti
  3. Birra 100Venti – Sir Alestrong

Cat. 19 – Birre scure, ad alta fermentazione e basso grado alcolico. D’ispirazione anglosassone (Porter, Stout).

  1. Ritual Lab – Black Belt
  2. Foglie d’Erba – Hot Night At The Village
  3. La Birrofila – Last Out

Menzione a Birrificio Ventitré – Urania
Menzione a Fabbrica della Birra Perugia – Chocolate Porter

Cat. 20 – Birre scure, ad alta fermentazione e basso grado alcolico. D’ispirazione americana (American Porter, American Stout).

  1. Mukkeller – Corva Nera
  2. Hammer – Bulk
  3. Birra Eretica – Dolcenera

Menzione a Birrificio dei Castelli – Calix Niger
Menzione a La Spezia Brewing Company – Scuriosa

Cat. 21 – Birre scure, ad alta fermentazione e alto grado alcolico. D’ispirazione angloamericana (Robust/Baltic Porter, Imperial Porter, Russian Imperial Stout).

  1. Ritual Lab – Papanero
  2. Mastino – Teodorico
  3. Hammer – Daarbulah

Menzione a Foglie d’Erba – Hot Night At The Village Robust Porter
Menzione a Brewfist – X-Ray

Cat. 22 – Alta fermentazione e alto grado alcolico. D’ispirazione angloamericana (Barley Wine, Olde Ale, American Barley Wine).

  1. Brewfist – Vecchia Lodi 2018
  2. Crak – Mansueto 2017
  3. Crak – Mansueto 2018

Menzione a Baladin – Xyauyù Kentucky 2016
Menzione a Almond ’22 – Oak

Cat. 23 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta fermentazione con lievito weizen e uso di frumento maltato. Da basso ad alto grado alcolico. D’ispirazione tedesca (Weizen, Dunkelweizen, Weizenbock).

  1. Batzen – Weisser Bock
  2. Birrificio Val Rendena – Brenta Brau Weizen
  3. Serra Storta – Bianca

Menzione a Sguaraunda/La Bergamasca – Weiss
Menzione a La Birrofila – Graz

Cat. 24 – Birre chiare, ad alta fermentazione. Basso grado alcolico, con uso di frumento non maltato. D’ispirazione belga (Blanche, Witbier).

  1. Mc77 – San Lorenzo
  2. Bibibir – Witaly
  3. Beha Brewing Company – Kermesse

Menzione a Mastino – Altaluna

Cat. 25 – Birre chiare, ad alta fermentazione e bassa gradazione alcolica. D’ispirazione belga (Belgian Blond, Belgian Pale Ale).

  1. Birralfina – Annozero
  2. Filodilana – Beeela
  3. Alveria – Eclipse

Cat. 26 – Birre chiare e ambrate, ad alta fermentazione. Da basso ad alto grado alcolico. D’ispirazione belga (Saison, Biere de Garde, Farmhouse Ale).

  1. Birrificio Amerino – Northup
  2. Diciottozerouno – Ocra
  3. La Spezia Brewing Company – Contadina

Cat. 27 – Birre chiare, ad alta fermentazione e alto grado alcolico. D’ispirazione belga (Belgian Golden Strong Ale, Tripel).

  1. Opperbacco – Quis Ut Deus
  2. Manerba – The Belgian Queen
  3. B94 – Santirene

Menzione a Bibibir – Vedo Triplo
Menzione a Birrificio della Granda – Spirituale

Cat. 28 – Birre scure, ad alta fermentazione e alto grado alcolico. D’ispirazione belga (Belgian Dark Strong Ale, Dubbel, Quadrupel).

  1. Birrificio Artigianale Alba – Marte
  2. Retorto – Black Lullaby
  3. Kamun – Nucis

Menzione a Birrificio del Forte – Regina del Mare
Menzione a La Birrofila – Jeivù

Cat. 29 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico con uso di spezie.

  1. Foglie d’Erba – Foglie di Tè
  2. Foglie d’Erba – Hot Night At Village Breakfast Edition
  3. Mc77 – Fleur Sofronia

Menzione a Picobrew – Road To Vallonia Etichetta Arancione
Menzione a Il Conte Gelo – Nonno Gelo

Cat. 30 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico con uso di caffè e/o cacao.

  1. Mister B – Boodino
  2. Lambrate – Tiramisù Imperial Stout
  3. The Lure – Queen

Menzione a Crak – Moka Ciok
Menzione a Sagrin – Mattos

Cat. 31 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico con uso di cereali speciali (compresi grani antichi).

  1. Terrantiga – Istadi
  2. Birrificio Birranova – Arsa
  3. Birra Magester – L’idea

Menzione a Croce di Malto – Piedi Neri
Menzione a Bionoć – Birre della Terra – Segalina

Cat. 32 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, affumicate e torbate.

  1. Birrificio La Gramigna – Diavola
  2. Les Bières Du Grand St. Bernard – Rauch
  3. Rurale – Smoky

Menzione Eastside – Fumo Lento
Menzione Labi – Smoke’n Roll

Cat. 33 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, affinate in legno.

  1. El Issor – Elatan Rrk
  2. Batzen – Gran Fumè Cuvee
  3. Baladin – Xyauyù Kioke

Menzione a Opperbacco – N.1
Menzione a Fabbrica della Birra Perugia – Santa Ila

Cat. 34 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, con uso di frutta.

  1. Crak – Cantina Mirtilli
  2. Lariano – Mugnach
  3. Ofelia – La La Blend

Menzione a Eastside – Sour Side Sour Cherry
Menzione a El Issor – Agriotta

Cat. 35 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, con uso di castagne.

  1. La Ribalta – Iside
  2. Birrificio del Vulture – Druda
  3. Aleghe – La Brusatà

Menzione a Birrificio 4 Mori – Pozzo 3
Menzione a Beltaine – Beltaine Castagne Affumicate

Cat. 36 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, con uso di miele.

  1. Ibeer – Bee Bock
  2. Birra Elvo – Bock di Natale
  3. Benaco 70 – Honey Ale

Menzione a Birrificio Legnone – Molthoney
Menzione a Birrificio del Forte – Cintura d’Orione

Cat. 37 – Birre chiare, ambrate e scure. A fermentazione alta, bassa o spontanea anche con uso di brettanomyces. Da basso al alto grado alcolico, caratterizzate dalle note acide (Sour Ale).

  1. Bionoc – Albicoppe
  2. Opperbacco – Nature Pesca
  3. Crak – Cantina Pesche 2018

Menzione a Crak – Cantina Pesche 2017
Menzione a Ca’ del Brado – Cuvèe De Zrisa

Cat. 38 – Birre chiare, ad alta fermentazione e basso grado alcolico. Salate e/o lattiche, d’ispirazione tedesca (Berliner, Gose).

  1. Evoqe Brewing – Evoqesour #1
  2. Batzen – Gosexy
  3. La Buttiga Craft Brewery – Goslar 1826

Menzione a Evoqe Brewing – Luci Rosse

Cat. 39 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico. Con uso di uva, mosto, vinacce, vino cotto di uve bianche (White Italian Grape Ale).

  1. La Fenice – Brewine
  2. Birra dell’Eremo – Selva
  3. Filodilana – Fuori dal Gregge
  4. Menzione a Morgana – Wine Not?

Cat. 40 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico. Con uso di uva, mosto, vinacce, vino cotto di uve rosse (Red Italian Grape Ale).

  1. Birra dell’Eremo – Madra
  2. Birrificio del Forte – Il Tralcio
  3. Mezzopasso – Biga Rosè

Menzione a Carrobiolo – Mo’ Scanzati Azzo!
Menzione a Birrificio Castagnero – H-Iga

Cat. 41 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico. Con uso di uva, mosto, vinacce, vino cotto di uve rosse o bianche, caratterizzate da note acide (Sour Italian Grape Ale).

  1. Opperbacco – Nature Terre Caprera
  2. Birrificio Italiano/Klanbarrique – Marzarimen
  3. Opperbacco – Nature Terre Fiore – Podere San Biagio

Menzione a Birra dell’Eremo – Selva Sour
Menzione a Opperbacco – Nature Terra Emidio Pepe

Cat. 42 – Birre chiare, ambrate e scure. Ad alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico. D’ispirazione libera e non rientranti in nessuna delle precedenti categorie (Extraordinary Ale/Extraordinary Lager).

  1. Nemus – Flora
  2. Carrobiolo – Italian Tomato Ale
  3. Birra dell’Eremo – Onnetempo

Menzione a Croce di Malto – Helles Diablo
Menzione a Carrobiolo – Senatrix

Fonte Unionebirrai.

Birrificio dell’Anno 2020

A vincere il titolo di Birrificio dell’Anno 2020, con tre birre classificate in prima posizione, è stato Ritual Lab Brewing&Growing.
Il Ritual Lab è nato come laboratorio nel 2011 a Formello, in provincia di Roma. Roberto e Giovanni Faenza (padre e figlio) inizialmente affiancati dal mastro birraio Emilio Maddalozzo, cominciano come Beer Firm. Ma la passione per la birra, li spinge quattro anni dopo ad aprire un vero e proprio birrificio.

Le birre premiate a Birra dell’Anno 2020 del Ritual Lab sono state:

  • Cat. 11 – Head Space
  • Cat. 19 – Black Belt
  • Cat. 21 – Papanero

Buona birra a tutti

La birra in Italia piace. Lo dice il report di AssoBirra!

0

La birra piace e si beve di più. A dirlo è il report di Assobirra, che conferma l’andamento positivo del mercato brassicolo italiano.

birra con ghiaccio

L’ultimo rapporto di Assobirra Monitor, che tiene conto delle vendite delle imprese aderenti all’associazione (71% del mercato italiano), ha evidenziato una crescita del 2,2%. Il dato si riferisce al primo semestre del 2019. Nel corso di sei mesi il record di consumo registrato a giugno 2018, è stato superato di ben 7 milioni di ettolitri.

Il crescente rendimento di questo settore, è la prova tangibile che la birra piace parecchio al popolo italiano. Ma il dato che fa più riflettere è la tendenza di consumo! Come riferisce il report di AssoBirra, la domanda della preziosa bevanda riguarda sia l’estate che l’inverno. Luglio è il mese con maggiore consumo (+7%), ma l’aumento riguarda anche il freddo Dicembre che ha fatto registrare +1,5%.

Finalmente si va oltre il luogo comune, che confinava il consumo di birra solo nel periodo estivo. I numeri hanno evidenziato una crescita di consumo anche nei mesi invernali: Gennaio (+4,63%), Marzo (+5,18%) ed Aprile (+5,82%).

analisi su foglio

Come afferma il Presidente di AssoBirra Michele Cason: Siamo soddisfatti che in questo primo semestre dell’anno, l’andamento del consumo di birra segna ancora una volta un dato positivo, che premia gli sforzi fatti dall’intero comparto della birra in Italia. Il settore della birra, oggi, riveste un ruolo di primo piano nell’economia e nell’export del Paese (+6,6% nel 2018). Grandi e piccoli produttori risentono positivamente dell’abbassamento delle accise, che ha sostenuto la crescita anche dei consumi.

Un risultato importante dunque. Merito forse di una crescente cultura brassicola, intenta a sperimentare nuovi stili e sapori. Oltre alla propaganda birraia, parte dei riconoscimenti vanno agli investimenti del settore. Questi incentrati sulla ricerca e sull’innovazione, hanno dato un forte aiuto a riqualificare il vecchio stereotipo di birra in Italia.

Buona birra a tutti

Acqua e zucchero. La soluzione del priming

Fare birra in casa ormai è diventato piuttosto semplice. Ogni procedura è stata abbondantemente spiegata, ma può capitare di cadere in piccoli dettagli che purtroppo fanno la differenza. Non bisogna essere catastrofici se qualcosa non va bene, se la schiuma scompare velocemente o non si ottiene l’aroma desiderato. S’impara col tempo. E’ questo il bello dell’homebrewing! Ma ci sono alcuni passaggi che sarà meglio chiarire fin da subito. Uno di questi riguarda le dosi di priming, attraverso una soluzione preparata con acqua e zucchero!

Il priming è la procedura che dona alla birra le bollicine. La carbonatazione è fondamentale, in quanto aiuta la bevuta e rende la birra più buona. Ovviamente esistono anche birre con una carbonatazione bassa o assente, ma questa è un’altra storia!

Fare il priming è semplice, ma può succedere di commettere qualche errore di calcolo che potrebbe avere ripercussioni anche pericolose. Infatti sbagliare le dosi di priming, nella migliore delle ipotesi potrebbe provocare poca carbonatazione alla birra, nella peggiore invece potrebbe far esplodere le bottiglie. Quindi è necessario fare molta attenzione!

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Il priming

Che il priming sia fatto in bottiglia o nel fermentatore, poco importa. L’importante è non esagerare mai con le dosi!

Chi segue le video-cotte sul canale youtube (se non l’hai già fatto, t’invito ad iscriverti 🙂), avrà notato che prima d’imbottigliare eseguo una procedura attraverso una siringa. Quella procedura è il priming in bottiglia. In genere lo preferisco a quello fatto direttamente in fermentatore, in quanto consente di avere una maggiore precisione sulle dosi.

Preparazione della soluzione di priming con acqua e zucchero

Il priming può essere fatto con l’inserimento di zucchero granulare oppure attraverso una soluzione zuccherina. Solitamente è preferibile utilizzare una soluzione, in quanto facilita la diluizione dello zucchero senza stressare troppo la birra. Ma come preparare la soluzione?

La soluzione di priming dovrà essere preparata attraverso un composto di acqua e zucchero, in proporzione 50:50 (es: 100 g di zucchero e 100 ml di acqua).

  • In un pentolino inserire l’acqua e lo zucchero;
  • Accendere la fonte di calore e portare ad ebollizione;
  • Dopo aver bollito la soluzione per 5 min, quest’ultima dovrà raffreddare fino a temperatura ambiente.

Dosaggio di priming

Per fare un corretto dosaggio di priming è necessario capire quanto grammi di zucchero sono presenti in 1 ml di soluzione zuccherina precedentemente preparata. Per sapere il quantitativo è necessario eseguire una serie di calcoli.

In una soluzione composta da 100 g di zucchero e 100 ml di acqua, è necessario prendere in considerazione la densità dello zucchero. Da questa, attraverso la formula inversa della densità (d=g/ml), si ricaverà il quantitativo di zucchero espresso in ml.

Avendo definito lo zucchero in ml, si potrà ricavare il volume totale della soluzione (acqua+zucchero). Impostando una semplice equazione tra il volume totale della soluzione iniziale e i grammi di zucchero in essa contenuti, si potrà ricavare il quantitativo di zucchero presente in 1 ml di soluzione.

Puntualizzo che io non sono un chimico, di conseguenza per l’occasione ho chiesto un piacere a chi ne sa di sicuro più di me.

acqua zucchero priming
Quanti g di zucchero ci sono in 1 ml di soluzione?

Una volta ricavato il quantitativo di zucchero presente in 1 ml di soluzione, come si determina il quantitativo da inserire per avere la carbonatazione desiderata?

Supponiamo di voler effettuare il priming sulla birra finita di 5 g/l.
Il calcolo da fare sarà il senguente:

acqua zucchero priming
Priming su un litro di birra

ATTENZIONE! Il valore di 8,33 ml non è la quantità che dovrà essere inserita in bottiglia. Esso equivale al quantitativo di soluzione zuccherina, necessaria a carbonare 1 litro di birra con 5 g/l di zucchero. Per bottiglie con diversa capienza (0,33 – 0,5 – 0,66 – 0,75 l) bisognerà eseguire un secondo calcolo. Si andrà a moltiplicare 8,33 ml (quantità per carbonare 1 litro di birra) per la capienza delle bottiglie:

acqua zucchero priming
Proporzioni su quantità

Considerazioni

Priming in Bottiglia
Priming in Bottiglia

La carbonatazione è la marcia in più, per una bevanda già buona di suo. E’ un’operazione semplice quanto delicata. Il consiglio è di fare un priming in bottiglia, con l’ausilio di una siringa sanificata. Effettuare il priming in bottiglia attraverso una soluzione di acqua e zucchero, garantirà una carbonatazione più precisa, e una birra finale più limpida.

Ringrazio infinitamente Erika per il suo tempo e i preziosi consigli su formule e densità!

Scarica il foglio di calcolo per fare il priming con la soluzione zuccherina!

Inoltre se vuoi supportare il progetto de Il Birraio Matto, metti un Like alla nostra pagina Facebook.

Buona birra a tutti

Beer&Food Attraction 2020 alla Fiera di Rimini

0

Tutto è pronto per dare il via ad una delle manifestazioni più attese dell’anno. Dal 15 al 18 febbraio 2020 presso il Quartiere Fieristico di Rimini, avrà luogo il Beer&Food Attraction. Una manifestazione che propone l’incontro, tra la più vasta offerta nazionale ed internazionale di birre, bevande, food, e tutto il necessario per il settore gastronomico.

L’iniziativa è organizzata da Italian Exhibition Group, in collaborazione con Unionebirrai, FIC (Federazione Italiana Cuochi), CERB (Centro di ricerca per l’eccellenza della birra), la rivista Pizza e Pasta Italiana, la Nazionale Italiana Pizzaioli e la scuola di cucina Cast Alimentari.

La sesta edizione della fiera si svolgerà in contemporanea con International Horeca Meeting e con BBTech Expo. Durante l’esposizione ci saranno importanti opportunità commerciali e occasioni d’incontro con figure del settore. In particolare verranno proposti prodotti riguardanti: birra, acque, soft drinks, vini e liquori. L’offerta si arricchisce attraverso: foodservice, surgelati, pizza e specialità gastronomiche regionali italiane. Inoltre non mancheranno esposizioni di: tecnologie per il food, arredamento per bar, pub, birrifici, locali, ristoranti e servizi informatici per il settore.

Le proposte

Il Beer&Food Attraction offre un’esperienza di “fiera nella fiera”. E’ confermata la presenza di grandi firme del mondo della birra artigianale. Ci saranno gli expo di Menambrea, Forst, Warsteiner, Birra Castello, Birra del Borgo, Baladin, Birrificio Italiano, Birrificio Lambrate, Mastri Birrai Umbri. Mentre per il settore food ci saranno marchi come Fiorucci, Heinz, Develey, Pregis, Greci, Demetra e Marr.

Le iniziative

I tre giorni saranno un full immersion di attività. Saranno organizzati corsi dedicati alla spillatura e alla degustazione. Inoltre avverrà la consegna del premio Accademia della Birra 2020. Un riconoscimento a cura della rivista “il mondo della birra”, che distingue i migliori locali specializzati nel mondo della birra e nelle tecniche di spillatura.

Ma non finisce quì! Durante il Beer&Food Attraction 2020 di Rimini ci sarà la proclamazione di Birra e Birrificio dell’anno. Per la XV edizione di Birra dell’anno, la fiera si trasformerà in una gigantesca esposizione di proposte brassicole. Tra le birre, divise in 42 categorie stilistiche, verrà eletta la Birra dell’Anno. Il produttore che, con almeno tre birre in gara, avrà ricevuto il punteggio migliore sarà proclamato Birrificio dell’Anno.

La giuria che eleggerà la Birra e il Birrificio dell’Anno, sarà composta da una serie di degustatori provenienti da ogni parte del mondo. Essi si riuniranno per la sessione di assaggio tre giorni prima della premiazione, che avverrà il 15 febbraio alle ore 14.

In conclusione si avvisa, che l’ingresso è riservato esclusivamente ai professionisti ed operatori di settore. L’unica eccezione sarà fatta sabato 15 febbraio. In questa data le porte saranno aperte al pubblico dei gourmet, foodies e beer lovers. Il biglietto d’ingresso ha un costo di 35 euro. Per maggiori informazioni sull’evento, sui corsi e sui biglietti visitare la pagina (link).

Buona birra a tutti