Birra doppio malto: facciamo chiarezza su un mito da sfatare!

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Birra doppio malto: facciamo chiarezza su un mito da sfatare!
Birra doppio malto: facciamo chiarezza su un mito da sfatare!

L’Italia è un paese meraviglioso. Tuttavia non si capisce bene il motivo per cui molto spesso, nei diversi ambiti di questo territorio, ci si complichi così tanto la vita. Mi verrebbe da puntare un pochino il dito contro le istituzioni che, focalizzate su burocrazia e tassazione, tralasciano la vera essenza delle cose. Un’essenza che spesso non viene nemmeno considerata, ma si trasforma nell’ennesimo pretesto per farci qualche soldo. Arrivo subito al dunque: quante volte è capitato di sentire l’espressione birra doppio malto? Ebbene, forse qualcuno adesso si potrebbe destabilizzare un pochino, ma la birra doppio malto non esiste o meglio non rientra in nessuna tipologia birraia internazionale! Tuttavia, in Italia, questa denominazione rimane comunemente in uso, ma per quale motivo?

La mera definizione della birra doppio malto

Il termine “birra doppio malto” trova fondamento nella legge n°1354 del 1962, Disciplina igienica della produzione del commercio della birra. Una norma successivamente aggiornata nel 2016, che individua e regola sul territorio italiano 5 tipi di birra. Queste birre non sono distinte secondo lo stile, il colore e gli aspetti organolettici che oggigiorno siamo soliti definire nella bevanda, ma sono classificate in base al grado Plato, ovvero secondo la percentuale dello zucchero presente nel mosto, e alla percentuale alcolica.

La citata legge specifica la denominazione di birra:

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  • analcolica“, riservata al prodotto con grado Plato non inferiore a 3 e non superiore a 8, con titolo alcolometrico volumico non superiore a 1,2%;
  • leggera o light“, riservata al prodotto con grado Plato non inferiore a 5 e non superiore a 10,5, con titolo alcolometrico volumico superiore a 1,2% e non superiore a 3,5%;
  • normale“, riservata al prodotto con grado Plato superiore a 10,5 e titolo alcolometrico volumico superiore a 3,5%. Tale prodotto può essere successivamente suddiviso in:
    • birra speciale” se il grado Plato non è inferiore a 12,5;
    • birra doppio malto” se il grado Plato non è inferiore a 14,5.

Considerando il criterio con cui sono definite queste birre, s’intuisce come la norma in questione non tenga assolutamente conto dello stile, del colore o di altri fattori specifici della bevanda. Essa per l’appunto determina solo e soltanto un range di tassazione a cui la birra dovrà sottostare.

Difatti a birre più robuste corrisponde una tassazione più alta, di conseguenza una birra doppio malto, avendo un grado alcolico superiore ai 3,5% e un grado Plato maggiore di 14,5, verrà applicato un peso fiscale tra i più elevati del mercato.

Doppio malto fuori dai confini italiani

Considerando che la legge n°1354 del 1962 si applica solo sul territorio italiano, andare a chiedere una birra doppio malto in un pub estero comporta sicuramente il rischio di farsi deridere un pochino dal publican, in quanto tale dicitura non indica assolutamente nulla.

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Infatti tale normativa, applicata in un periodo storico in cui la conoscenza delle birre si limitava a pochi esemplari, dovrebbe assolutamente subire una variazione. E’ impensabile oggi definire una birra in base al grado alcolico o al grado Plato, in quanto il mondo birraio è immenso e sempre in continua evoluzione.

mano con un bicchiere

E’ bene infatti sottolineare, specialmente per chi non produce o non conosce il procedimento di produzione della birra, che questa bevanda può avere in ricetta una svariata tipologia di malti. Questi e altri ingredienti (malto, luppolo e lievito), unitamente a tutto il contesto di produzione, determineranno colore, caratteristiche e note organolettiche prestabilite che andranno a definire di conseguenza uno stile birraio ben preciso.

Tuttavia, giusto a scanso di equivoci, esiste un appellativo simile al Doppio Malto italiano, ma con significato assolutamente differente. E’ il caso della doppio malto spagnola, in cui l’appellativo Cerveza Doble Malte indica birre dense e alcoliche dai sapori spiccatamente decisi.

Se poi vogliamo essere ancora più generalisti, possiamo trovare una leggera assonanza con le Double o addirittura le Tripel d’origine belga. Tuttavia in questo caso ci troviamo di fronte a birre di livello completamente differente! Difatti le Double e le Triple belga si riferiscono a stili di birra riconosciuti dal BJCP con una lunga tradizione monastica alle spalle. Una tradizione che, attraverso caratteristiche organolettiche uniche e ricercate, ha trovato l’apprezzamento di estimatori da ogni parte del mondo.

Buona birra a tutti.

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