Milano 2020: Le proposte sulla Fase 2

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Milano 2020
Milano 2020

I colpi di scena che hanno caratterizzato l’epidemia da Covid-19 non sono mancati. Così, tra giochi politici e sanità sotto pressione, la quale raccomanda di procedere sempre a piccoli passi, lo smarrimento di chi ci rimette le tasche non è poca. Come ampiamente detto, la crisi economica scatenata dall’epidemia non ha risparmiato il settore birraio, mettendo tanti esercenti in serio pericolo. In questo senso, la ripartenza della macchina imprenditoriale è necessaria, ma va valutata attentamente e sopratutto va eseguita in modo organizzato! A tale proposito il capoluogo lombardo (uno dei focolai dell’epidemia) ha messo a disposizione dei cittadini e degli esercenti il progetto “Milano 2020”, un documento con lo scopo di elaborare una strategia sicura e funzionale per la Fase 2.

Milano 2020: La Fase 2

Con l’arrivo della famosa “Fase 2”, la confusione per gli esercizi pubblici ovviamente non accenna a diminuire. Anzi, oltre al “quando” e al “se” riaprire, forti dubbi si hanno anche sul “come” rendere la ripartenza più sicura. Infatti è necessario avere un’idea chiara su quali misure adottare e come adottarle, per limitare al minimo la ripresa dell’epidemia che potrebbe segnare un ulteriore blocco economico. A tale proposito nasce a Milano un comitato spontaneo di pubblici esercenti che, attraverso “Milano 2020”, ha formulato alcune richieste riguardanti la gestione della delicata Fase 2. Le proposte, rese note con una lettera indirizzata al primo cittadino Giuseppe Sala, hanno l’obiettivo di salvaguardare la salute pubblica, mantenere attivi i posti di lavoro e di stimolare il risveglio della socialità.

Le richieste

Tra le richieste avanzate ci sono:

  • Accesso contingentato non per distanza ma per capienza massima, in relazione alla metratura del locale;
  • Possibilità di creare o ampliare aree esterne a canone zero;
  • Possibilità ai clienti di munirsi con delle sedute personali per le consumazioni all’esterno;
  • Servizio al banco a numero chiuso;
  • Studiare un’App per la mappatura dei locali di Milano, che indichi agli avventori quando c’è capienza all’interno;
  • Sanificazione “Smart” dei locali (lampade UVB, depuratori d’aria, ecc.);
  • Servizio delivery per le categorie a rischio;

Inoltre si chiede di evitare perché non sostenibili, non realizzabili e non efficaci:

  • Barriere in plexiglas e mascherine per isolare i clienti. La tutela della salute sarà garantita con apposita distanza sociale;
  • Misura della temperatura all’ingresso, perché la contagiosità massima della fase iniziale è a-piretica;
  • L’esonero del pagamento di tributi COSAP e TARI inerenti all’anno 2020, per dare modo alle aziende di riprendersi dopo un lungo periodo d’inattività.

Attraverso le richieste s’intravede la voglia di ripartire e dare un futuro all’attività lavorativa. Naturalmente bisognerà valutare l’applicabilità di tali strategie e studiare, attraverso personale competente, la reale sicurezza per esercenti e consumatori. Sicuramente ancora l’incubo non è finito. Adesso inizia lo step più difficile: la convivenza con il virus!

Buona birra a tutti.

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L'approccio alla birra? Pura curiosità! Col tempo la curiosità si è tramutata in passione e voglia d'imparare, scoprendo aspetti di una bevanda per niente scontata. Quasi per caso scopro la possibilità di fare birra in casa, e da lì la passione diventa qualcosa di più. Autodidatta convinto, ho iniziato a divorare pagine di libri, blog e forum, fino a realizzare nel 2015 la mia prima birra in casa! D'allora ad oggi, la voglia d'imparare e scoprire nuovi aspetti della birra non si è mai placata. Ma una cosa in realtà da quel 2015 è cambiata: la consapevolezza che il mondo della birra è un viaggio infinito e meraviglioso! Buona birra a tutti

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