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Produrre birra in casa: I consigli dei big su come iniziare e perché!

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Fare la birra in casa: I consigli dei big!
Fare la birra in casa: I consigli dei big!

Oggigiorno parlare di ipa, bitter, stout o pilsner non è più una stranezza. Merito sopratutto della crescente passione verso le birre artigianali e di portali dedicati, che hanno aiutato a comprendere meglio il mondo e la cultura della birra. L’entusiasmo birrario ha inevitabilmente stimolato la tendenza a produrre birra in casa, trasformando quest’antica tecnica in un amatissimo hobby.

Indice

  1. Produrre birra in casa? Facciamo il punto!
  2. L’intervista ai big dell’Homebrewing
  3. Considerazioni: iniziamo a produrre birra in casa

Produrre birra in casa? Facciamo il punto!

Nell’epoca in cui viviamo, tutto si fa con internet. Vuoi imparare a piantare un albero? Internet! Vuoi imparare a fare la pasta? Internet! Vuoi imparare a fare birra? La risposta è semplice… Internet!

Di conseguenza il web si è riempito di personaggi che, cimentandosi in video-corsi e tutorial, insegnano la qualunque, tra cui l’arte dell’homebrewing. Tuttavia a causa del grande numero d’insegnanti o pseudo tali è facile andare in confusione, e quindi percepire messaggi completamente errati su questa pratica.

A tale proposito abbiamo selezionato alcuni degli Homebrewers più famosi della rete. A questi birrai-casalinghi sono state poste delle domande, che hanno dato seguito a risposte utili sia a chi sta iniziando a fare birra in casa, ma anche a chi già la produce!

Ad accompagnarci saranno: Francesco Antonelli, col suo celebre blog “Brewing Bad“, che affronta il mondo della birra casalinga in modo attento e minuzioso; Giovanni Iovane, col canale youtube “Sgabuzen Homebrewing“, che dispensa consigli e “trucchetti” per non combinare danni tra i fornelli di casa; Corrado, col suo canale youtube “ZeligPlanet“, che racconta le avventure casalingo-brassicole del birrificio d’appartamento “Route 45“; Michael Tonsmeire, famoso homebrewer e blogger di “The Mad Fermentationist“, devoto alla mondo sour e funky.

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L’intervista ai big dell’Homebrewing

La birra in Italia è cresciuta tanto e con essa anche l’homebrewing. Ma perché si dovrebbe iniziare a produrre birra in casa?

Francesco di Brewing bad dice: “Le ragioni possono essere molteplici. C’è chi lo fa per la birra, perché è appassionato. Chi per ridurre la spesa, visto che le birre artigianali costano e producendole in casa indubbiamente si risparmia. C’è chi è appassionato di fai-da-te e adora l’idea di costruirsi un impianto automatico tutto da solo. Chi vuole far pratica per poi aprire un birrificio.

Nel mio caso, mi sono messo a fare birra in casa perché mi piaceva l’idea di fare qualcosa di pratico. Nel mio lavoro mi occupo principalmente di numeri, slide e fogli Excel, avevo bisogno di creare qualcosa di mio, che fosse reale e tangibile.

Ero già un bevitore appassionato, un amante della birra e dei pub. Quando ho capito che anche in casa, con un po’ di pazienza e di impegno, si poteva produrre birra di ottimo livello, mi sono lanciato. Ancora oggi, dopo oltre 100 cotte, l’emozione che provo quando stappo per la prima volta una mia creazione, dopo settimane (a volte mesi) di attesa, è indescrivibile.”    

Sulla stessa lunghezza d’onda è Corrado di ZeligPlanet: “L’homebrewing è essenzialmente un hobby come tanti altri e chi inizia a farsi la birra è sicuramente un appassionato di questa bevanda.

Secondo me è un passaggio consigliato anche a chi vuole semplicemente approfondirne la conoscenza, perché obbliga a confrontarsi con gli ingredienti, gli stili e le tecniche di produzione, oltre che ad affinare le capacità di degustazione e valutazione del prodotto.

Ci sono poi altri vantaggi molto più ‘pratici’, soprattutto per chi di birra ne beve tanta: farsela in casa consente di avere una grande quantità di ottima (si spera…) birra a un prezzo ben inferiore a quello che si pagherebbe comprandola!.” 😉

Per Michael di The Mad Fermentationist, la produzione di birra è studio e community: “Mi piaceva cucinare a casa e bere birre interessanti, quindi preparare la birra in casa mi è sembrato naturale. Mi piace imparare, e produrre birra è il modo migliore per capire da dove provengono i suoi sapori.

Ho continuato a produrre birra perché è diventato uno sbocco creativo, e un modo per entrare in contatto con altre persone.”

Ci sono tanti motivi per iniziare a fare birra – aggiunge Giovanni di Sgabuzen Homebrewing – ma quasi tutti sono sbagliati. L’homebrewing è un hobby molto vasto e impegnativo, che sfiora diversi ambiti della conoscenza umana, dalla chimica alla biologia per arrivare all’elettronica.

Solitamente coloro che riescono a raggiungere risultati in questo hobby sono quelli che già in partenza sono dotati di una mente ‘analitica’… ma non è una regola universale. L’importante è essere consapevoli che ci si sta addentrando in un mondo complesso, con diversi gradi di apprendimento e con tante cose da imparare.

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Ci vogliono attitudini particolari per essere un Homebrewer?

Direi di no, – sostiene Corrado di ZeligPlanet – avvicinarsi all’homebrewing con i sistemi più semplici (penso ai kit di estratto luppolato) è veramente alla portata di chiunque e non richiede abilità particolari.” 

Una delle cose che preferisco dell’homebrewing – continua Michael di The Mad Fermentationistè che diverse persone ne possono apprezzare i vari aspetti. Se ti piace il giardinaggio puoi coltivare il luppolo. Ti piacciono le arti culinarie puoi progettare ricette. Se ti piace l’ingegneria puoi progettare il tuo sistema di produzione della birra.”

Per Francesco di Brewing Bad, invece, una caratteristica che non può assolutamente mancare a chi si accinge ad iniziare la produzione di birra fatta in casa è la pazienza: “Sicuramente c’è bisogno di molta pazienza, attenzione ai dettagli e dedizione, soprattutto se si vuole arrivare a produrre birre di buon livello.

Il processo di produzione richiede tempo: sia durante il giorno della cotta vera e propria, che può durare tra le 4 e le 10 ore, sia nel corso di fermentazione e maturazione.

Da quando si scrive la ricetta a quando si assaggia la birra passano mediamente un paio di mesi, anche molto più nel caso di produzioni complesse che richiedono tempi più lunghi di maturazione. Anche i birrai casalinghi più bravi impiegano almeno due o tre cotte per affinare una ricetta, il che tradotto in tempi di produzioni casalinghe significa diversi mesi di assaggi, modifiche e nuove valutazioni del risultato.

La ricetta della mia Roight Irish Stout l’ho messa a punto nel giro di diversi anni, appuntando sempre nel dettaglio le sensazioni organolettiche che rilevavo all’assaggio e cercando di cambiare un ridotto numero di variabili alla volta, per non generare caos.”

Dello stesso avviso è Giovanni di Sgabuzen Homebrewing: “Bisogna sicuramente essere delle persone pazienti… o quantomeno essere predisposti a diventarlo. Solo una buona dose di pazienza vi permetterà di sopravvivere ad estenuanti sessioni di imbottigliamento oppure all’attesa snervante che la birra sia matura.

Altra dote fondamentale è la proattività, ovvero la capacità di attivarsi per trovare delle soluzioni ai problemi che, in questo hobby, si presentano nei momenti meno opportuni.

L’homebrewing non è tutto rosa e fiori, pertanto ci sarebbe un motivo per cui non sarebbe saggio intraprendere questa via? 

Per Michael di The Mad Fermentationist, alcuni passaggi potrebbero far titubare qualcuno, ma esistono sempre delle escamotage: “L’homebrewing comporta una notevole quantità di pulizia. Tuttavia ci sono sistemi per fare in modo che ciò richieda meno sforzi. Ci sono anche attività ripetitive come l’imbottigliamento, ma un sistema di kegging è un’opzione che può aiutare.”

Sconsiglio sempre di iniziare con l’homebrewing – puntualizza invece Giovanni di Sgabuzen Homebrewinga tutte quelle persone che già dall’inizio sanno che non avranno voglia di mettersi a ‘studiare’. Alcuni concetti vanno padroneggiati e non si può pretendere di fare birra andando nei gruppi Facebook a fare domande banali e a chiedere quale stile si sta brassando.

È vero che ognuno di noi è libero di fare ciò che vuole nel proprio sgabuzzino ma, ad un certo punto, diventa solo uno spreco di tempo, risorse e denaro.

Sinceramente non vedo controindicazioni, – afferma Francesco di Brewing Bad anche perché ognuno può interpretare questo hobby come preferisce. C’è chi diventa un maniaco del fai-da-te, smanettando con l’elettronica; chi si dedica alla coltivazione degli ingredienti, come ad esempio il luppolo; chi approfondisce tutto ciò che ruota attorno all’assaggio e alle sensazioni organolettiche. E c’è anche chi preferisce rimanere sui kit, semplici e veloci da gestire, producendo quelle due o tre birre all’anno da bere alle grigliate con gli amici.

Meglio però essere consapevoli da subito che la situazione può facilmente sfuggire di mano: non è raro ritrovarsi con lo sgabuzzino pieno di pentole, pentoloni, bottiglie vuote, bombole di CO2, fusti e accessori vari. Uomo avvisato…

Mah… – aggiunge scherzosamente Corrado di ZeligPlanetPenso che al massimo si possa rischiare qualche crisi coniugale, se ci si fa prendere un po’ troppo la mano…” 😀

Quale dovrebbe essere l’approccio per chi inizia e per chi vuole proseguire questa passione?

Viviamo in tempi strani – dice Giovanni di Sgabuzen Homebrewing-. Se non sappiamo qualcosa la cerchiamo su YouTube e subito dopo pretendiamo di sentirci massimi esperti di quella materia. In realtà l’approccio vincente secondo me è sempre quello di partire da un buon libro, per fissare i concetti fondamentali ed imparare a ‘selezionare’ i nostri interlocutori nell’ottica di formare un gruppo di appassionati che ci permetta di crescere insieme.

Dello stesso avviso è Francesco di Brewing Bad: “è importante studiare un po’ prima di lanciarsi nella produzione, evitando di raccogliere consigli strampalati nei vari gruppi o forum per birrai casalinghi disponibili in rete. Non che non ce ne siano di affidabili, sia chiaro, ma all’inizio è molto difficile distinguere il consiglio di uno sprovveduto da quello di un homebrewer esperto.

Meglio acquistare uno dei tanti libri disponibili e leggere almeno la parte introduttiva, per farsi un’idea del processo e degli ingredienti. Questo per evitare errori grossolani che porterebbero a una prima produzione deludente, che potrebbe smorzare prematuramente l’entusiasmo.”

Per iniziare io consiglio sempre di andare per gradi, – aggiunge Corrado di ZeligPlanetcominciare con gli estratti luppolati e il minimo indispensabile di attrezzatura, evitando inutili e costosi investimenti casomai si decidesse di abbandonare. E poi studiare.

Purtroppo (o per fortuna?) un po’ di teoria bisogna conoscerla, a qualunque livello ci si trovi. Bisogna sapere quello che si sta facendo, quello che sta succedendo nel fermentatore e perché, in modo da riuscire a raggiungere il risultato sperato e ad individuare e correggere eventuali errori o problemi.

Ovviamente più si sale di livello, magari passando alle tecniche E+G e All-Grain, e realizzando le proprie ricette, più la conoscenza deve essere approfondita, quindi procuratevi qualche buon libro, frequentate forum specifici, informatevi su siti e canali YouTube… fortunatamente il materiale al giorno d’oggi non manca!” 

Più pratico invece, è il consiglio di Michael di The Mad Fermentationist: “All’inizio suggerirei di fare una ricetta semplice e comprovata. Ciò ti consentirà di concentrarti sul processo, sulla fermentazione, sulla pulizia, ecc. Dopodiché puoi provare una ricetta più complicata o progettare la tua.

Per rimanere interessato all’hobby sceglierei un’area su cui concentrarmi, rielaborando la stessa ricetta per perfezionarla o producendo birra con un amico.”

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Una perla di saggezza. A coloro che vogliono fare birra in casa, cosa consiglieresti?

Non fidatevi delle istruzioni dei kit – puntualizza Francesco di Brewing Bad -. Leggete prima un buon libro sulla produzione casalinga. Anche di livello base, l’importante è distinguere da subito basse e alte fermentazioni e non avventurarsi nella produzione di ‘finte pilsner’, ‘premium lager’ fermentate con lieviti ad alta fermentazione o bombe alcoliche imbottite di zucchero e alcoli superiori. Cos’è un alcol superiore? Ecco, appunto. Buono studio e buona birra!

So che tanti homebrewer amano riempirsi la casa di attrezzature sofisticate e professionali degne di un birrificio, – prosegue Corrado di ZeligPlanet magari auto-costruite, automatizzate, ecc., e voglio mettere in chiaro che non ho nulla in contrario a chi vuole divertirsi in questo modo, ma ritengo che si possano fare ottime birre anche con procedure semplici ed attrezzature ridotte al minimo, quindi il mio mantra resta sempre lo stesso: keep it simple!” 🙂

Concentrati sulla fermentazione – afferma Michael di The Mad Fermentationist -. Maggiore è il controllo sui livelli di lievito, temperatura e ossigeno, migliori saranno tutte le tue birre. Presta attenzione anche alla qualità degli ingredienti, assapora il grano e annusa i luppoli prima di usarli.”

Affrontare l’homebrewing con la giusta mentalità, – conclude Giovanni di Sgabuzen Homebrewingdivertendosi ma con buonsenso, è la ‘ricetta’ magica per vivere questa esperienza al massimo del suo potenziale. Studiate e aggiornatevi, non seguite mode sterili e non smettete mai di mettere in discussione ciò che avete imparato. Con queste premesse, l’homebrewing non potrà fare altro che migliorarvi… non solo come birrai ma come persone, così come è successo a me.

Considerazioni: iniziamo a produrre birra in casa

La birra, in particolare in Italia, sta assumendo sempre più prestigio, e questo non può che gratificare chi crede e contribuisce alla crescita di questo settore.

Alla luce di quanto emerge dall’intervista, questi grandi hombrewers condividono un pensiero comune. Fare birra può essere motivo di grande soddisfazione, e tendenzialmente alla portata di tutti. Tuttavia richiede grande costanza e studio, magari su un buon libro, perché ogni azione comporta delle conseguenze, che il birraio deve necessariamente considerare.

Per cui inutile pensare che nell’homebrewing sia sufficiente seguire un piccolo tutorial o qualche guida. Per produrre birra in casa e rimanere soddisfatti del proprio operato, è necessario assimilare determinati concetti, che saranno di grande aiuto nella realizzazione e nel controllo di tutti i passaggi della birrificazione. Ma sopratutto è fondamentale non sentirsi mai arrivati, in quanto come in ogni cosa c’è sempre da imparare!

Nel ringraziare Francesco Antonelli di Brewing Bad, Corrado di ZeligPlanet, Michael Tonsmeire di The Mad Fermentationist e Giovanni Iovane di Sgabuzen Homebrewing, colgo l’occasione per invitarvi a visitare i loro canali… rimarrete inevitabilmente compiaciuti della loro preparazione in materia!

Buona birra a tutti.

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